Fino a pochi anni fa si pensava che il neonato non provasse dolore con la stessa intensità dell’adulto; la letteratura al riguardo era, del resto, estremamente povera. Oggi, grazie agli studi anatomofisiologici e comportamentali, sappiamo che:

  • a partire dalla 23° settimana di gestazione il sistema nervoso è anatomicamente e funzionalmente competente per la percezione del dolore. Lo sviluppo delle aree cerebrali deputate a percepire il dolore si completa nel periodo post-natale fino all’anno;
  • nel feto, nel neonato e nel bambino fino a 12-18 mesi di età vi è una ridotta funzione delle vie nervose inibitorie del dolore. Per tale motivo, a parità di stimolo doloroso, in età neonatale la percezione del dolore è maggiore rispetto alle età successive. Nei prematuri la percezione del dolore si manifesta già con uno stimolo di intensità del 30-50% inferiore rispetto all’adulto;
  • nel neonato c’è un ridotto controllo endogeno dello stimolo doloroso; per tale motivo, dopo una procedura dolorosa, i neonati, a termine e prematuri, sperimentano un dolore più prolungato rispetto all’adulto e percepiscono come dolorose anche stimolazioni non dolorose (allodinia);
  • la maturazione del sistema nervoso deputato al controllo del dolore prosegue nell’infanzia. L’esperienza dolorosa che si verifica nel periodo neonatale può interferire sullo sviluppo del sistema algico, provocando un’alterata soglia del dolore nelle età successive;
  • il neonato pretermine ricorda il dolore, con possibili conseguenze comportamentali, cognitive e psicosociali a lungo termine.

I neonati prematuri, durante la degenza in Terapia Intensiva Neonatale (TIN), sono sottoposti a numerose procedure dolorose e a stimoli ambientali che generano stress. Un adeguato controllo del dolore è molto importante per le conseguenze che può comportare, se non trattato, sullo sviluppo neuro comportamentale.

La valutazione del dolore, nei neonati prematuri, non è semplice. A tale proposito sono state elaborate scale del dolore che permettono di quantificare l’entità del dolore o dello stress. Le scale del dolore possono essere utilizzate per la valutazione del dolore acuto (per esempio il dolore post operatorio), del dolore correlato alle procedure (per esempio prelievi ematici) e dello stress neonatale. Le scale del dolore si basano sull’osservazione e la rilevazione di:

  • parametri oggettivi, fisiologici, quali frequenza cardiaca, pressione arteriosa, ossigenazione;
  • parametri soggettivi, comportamentali, quali pianto, espressioni del volto, reazioni, stato di quiete/agitazione, colorito cutaneo;
  • parametri contestuali, quali l’età gestazionale, il peso, lo stato di veglia o di sonno del neonato. 

La somma del punteggio attributo a ciascun parametro permette di ottenere uno “score” che quantifica il dolore.  Le scale del dolore, basate sull’osservazione del neonato, sono utilizzate nella pratica clinica in tutti i Reparti di Neonatologia e TIN.

Il controllo del dolore in epoca neonatale, in particolare per i nati prematuri, prevede l’utilizzo di strategie di tipo non farmacologico e farmacologico. Prima e durante l’esecuzione di procedure che provocano dolore, così come in particolari condizioni cliniche caratterizzate da dolore, è opportuno scegliere la strategia analgesica ottimale. Gli interventi non farmacologici comprendono la somministrazione orale di sostanze zuccherate, la “kangaroo care”, l’allattamento al seno, la suzione non nutritiva, il contenimento. Il saccarosio è uno zucchero che può essere somministrato per bocca anche ai neonati estremamente prematuri, a partire dalle 24 settimane di età gestazionale; una singola somministrazione di saccarosio è efficace per ridurre il dolore. Può essere utilizzato durante i prelievi ematici, le iniezioni, il posizionamento di accessi venosi e durante l’esecuzione di esami diagnostici (ecografie, radiografie, visite specialistiche) che generano stress nel neonato. La “kangaroo care” è il contatto pelle-pelle del neonato con un genitore; ha un effetto analgesico se effettuata prima o durante le procedure dolorose. Anche la suzione non nutritiva, che consiste nell’utilizzo del succhiotto, e la somministrazione di latte materno e/o l’allattamento al seno riducono il dolore durante le procedure. Il posizionamento delicato in flessione, così come il contenimento in fascia, hanno un effetto analgesico per il neonato. L’utilizzo contemporaneo di più interventi non farmacologici ha maggior effetto nel ridurre il dolore, mediante una stimolazione multisensoriale. Tuttavia la scelta è condizionata dalle condizioni cliniche del bambino.  

L’utilizzo dei farmaci in TIN  è in genere riservato alle procedure invasive e agli interventi chirurgici, nonché a particolari condizioni cliniche caratterizzate da dolore. La somministrazione dei farmaci analgesici  richiede particolare attenzione, in quanto i neonati prematuri hanno una variabilità individuale nel metabolismo e nell’eliminazione dei farmaci.  Gli antidolorifici sono somministrati più frequentemente per via endovenosa, continua o intermittente; possono essere somministrati anche per via orale o topica (anestetici locali). La scelta del farmaco dipende dal tipo di procedura cui è sottoposto il neonato e/o dal tipo di patologia; esistono protocolli e linee guida per l’utilizzo dei farmaci antidolorifici in età neonatale.

Il controllo del dolore deve essere una priorità nella cura dei neonati, prematuri e a termine. Gli interventi non farmacologici, soprattutto quelli che coinvolgono i genitori, sono sempre raccomandati. 

Dott.ssa Chiara Giovanettoni
Neonatologa
Unità di Rho