Le conseguenze della nascita prematura variano a seconda del grado di prematurità; minore è l’età gestazionale maggiore sarà l’immaturità funzionale e quindi il rischio di dover ricorrere a cure intensive. In generale i neonati pretermine vanno incontro principalmente a complicanze respiratorie, cardiocircolatorie e neurologiche.
Per i nati intorno alla 35a-36a settimana non vi sono grandi problemi in quanto hanno praticamente terminato il loro sviluppo. A questa età possiamo avere difficoltà di suzione che possono far ritardare l’incremento ponderale, possiamo avere un aumentato rischio di ittero prolungato ma sono in genere problematiche che si risolvono entro poche settimane dalla nascita.
I nati sotto le 32 settimane di età gestazionale hanno spesso problematiche che riguardano l’apparato respiratorio in quanto questo non ha ancora completato il loro sviluppo. Tale complicanza oggi può essere contrastata al meglio grazie alla maturazione polmonare che può essere stimolata già in epoca fetale in caso di minaccia di parto prematuro tramite somministrazione di corticosteroidi alla mamma e, post partum, grazie alla somministrazione di una sostanza che aiuta ad espandere gli alveoli polmonari e a respirare meglio nota come surfattante. Questa è normalmente prodotta dalle cellule dei nostri polmoni ma è carente in un polmone ancora immaturo come quello di un neonato pretermine. Esiste anche un alto di rischio di infezione vista l’immaturità del loro sistema immunitario e la possibile presenza di dispositivi invasivi. Una tempestiva terapia antibiotica, tuttavia, nella maggior parte dei casi è sufficiente a superare tali infezioni.
I neonati più a rischio sono quelli estremamente pretermine, nati cioè al di sotto delle 28 settimane di età gestazionale: i problemi più tipici sono soprattutto quello del supporto, in maniera più o meno invasiva, della funzionalità respiratoria in quanto non sono ancora in grado di produrre surfattante che ovviamente deve essere da noi somministrato e quello cardiocircolatorio con aumentato rischio di ipotensione e ricorso a farmaci inotropi. Il rischio di infezione deve essere sempre tenuto sotto controllo vista l’immaturità del sistema immunitario e la possibile presenza di cateteri venosi, tubi endotracheali che possono favorire l’insorgenza di infezioni.
Bisogna considerare che i neonati di questa età gestazionale vengono al mondo in un momento in cui il loro organismo è immaturo e ancora in fase di sviluppo ma che dovrà svilupparsi in un ambiente diverso da quello in cui avrebbe dovuto. Non sono ancora in grado di mantenere il proprio calore corporeo ad un livello adeguato e quindi sono a maggior rischio di ipotermia, sono a rischio di squilibri elettrolitici e di ipoglicemia, oltre ad un aumentato rischio di sviluppare la retinopatia della prematurità. Tale malattia dell’occhio si sviluppa per una anomala crescita dei vasi retinici e se non trattata tempestivamente può portare a cecità. Inoltre, vi possono essere dei danni neurologici dovuti ad una emorragia intraventricolare. Questa deriva dalla rottura di vasi sanguigni estremamente fragili che si trovano a livello della cosiddetta matrice germinativa e che possono dare origine ad una emorragia più o meno estesa all’interno dei ventricoli cerebrali laterali (che è un sistema di canali e spazi che accoglie il liquor all’interno dell’encefalo). Bisogna considerare però che si tratta di casi rari, le patologie neurologiche più gravi riguardano solo il 5% di tutti i nati pretermine. Infine, considerando la prematurità e l’immaturità dell’apparato gastrointestinale, con l’inizio dell’alimentazione, soprattutto se con latte artificiale, vi è un rischio nelle prime settimane di vita della cosiddetta enterocolite necrotizzante che causa un danno e morte delle cellule intestinali.
Un altro fattore prognostico importante è il peso alla nascita che dovrebbe essere proporzionato all’età gestazionale del bambino. Se si è di fronte ad un neonato piccolo per età gestazionale (SGA) vi è anche un ritardo di crescita intrauterina e questo può amplificare le problematiche legate alla nascita pretermine.
Da un punto di vista ambientale, il reparto di Terapia Intensiva Neonatale è una realtà molto diversa da quella di cui fanno esperienza il feto e il neonato a termine: i contatti tra genitore e figlio spesso mancano di quegli aspetti di contatto fisico e intimità di cui entrambi beneficiano. Le ricerche internazionali convergono nel considerare la nascita prematura come un evento altamente stressante per i genitori e la famiglia. Tra i principali fattori di stress per i caregivers troviamo le condizioni cliniche del neonato; la paura del dolore a cui potrà essere sottoposto; l’ambiente altamente tecnologico e sconosciuto delle TIN; la precoce separazione dal neonato e l’assenza di contatti fisici continui coi propri bambini: i caregivers possono dedicarsi loro, senza però poter sempre portare avanti quelle cure di base (nutrizione, cambio del pannolino…) di cui loro stessi sentono il bisogno.