Possiamo sostenere che l’interdisciplinarità rappresenta un orientamento operativo per promuovere una costruzione condivisa della conoscenza, basata sullo scambio, il confronto, la pluralità di sguardi. Emerge in modo sempre più preponderante la necessità di affrontare i fenomeni sociali (e non solo) con un approccio olistico, superando gli steccati tra le scienze al fine di affrontare meglio i problemi e produrre nuova conoscenza. Anzi, più il problema sembra complesso, più risulta proficuo attuare forme di collaborazione sistematica tra professionisti e campi disciplinari diversi per tendere a un sapere unitario più avanzato.
Infatti, sebbene le discipline possano essere considerate fenomeni culturali storicamente collocati e determinati, nate e diversificatesi come strumento per governare l’accumulo dei saperi, la natura e la vita quotidiana non sono collocabili in specifiche cornici disciplinari. La tutela dell’ambiente, l’invecchiamento della popolazione, il fabbisogno di energia, la convergenza tecnologica, la gestione del rischio, la mobilità, per fare solo alcuni esempi, sono questioni che non possono essere affrontate attingendo a singoli saperi disciplinari. Inoltre, oggi siamo in presenza di un vortice trasformativo generato dalla globalizzazione e dal forte sviluppo della tecnologia digitale (ulteriormente accelerato dai limiti alla socialità e ai contatti fisici imposti dall’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19). La rapidità dei cambiamenti, il moltiplicarsi delle correlazioni che si manifestano tra fattori e ambiti differenti – da quelli religiosi a quelli politici, dagli economici agli etici, dai comunicativi ai relazionali – obbligano sempre più a una promiscuità tra discipline nel tentativo di trovare un’adeguata chiave di lettura del flusso infinito di interconnessione tra i vari aspetti dei fenomeni sociali e naturali.
L’interdisciplinarità, quindi, rappresenta un modo di fare ricerca da parte di singoli studiosi o (preferibilmente) di gruppi di ricerca che integra informazioni, dati, tecniche, strumenti, prospettive, concetti e/o teorie appartenenti a due o più discipline e corpora di conoscenze specialistiche al fine di avanzare nella comprensione di un fenomeno, di risolvere problemi le cui soluzioni non rientrano nell’ambito della singola disciplina o delle pratiche di ricerca di un singolo campo.
Pensiamo di poter sostenere, inoltre, che l’approccio interdisciplinare implichi un modo di guardare alla realtà come insieme interconnesso di fenomeni esistenti indipendentemente dalla nostra capacità di osservarli e, al contempo, di elementi esistenti in quanto frutto di una costruzione sociale: un semplice esempio può essere rappresentato dalla compresenza nello stesso individuo del sesso biologico e del genere, con tutto il suo portato culturale di atteggiamenti, posture, comportamenti considerati idonei per un uomo o una donna, ma che una persona può accettare completamente o parzialmente oppure rinnegare del tutto.
Nel caso specifico del progetto ParWelB, costruire una collaborazione interdisciplinare nello studio delle tecnologie e delle pratiche di cura nell’ambito della terapia intensiva neonatale ci è sembrato il modo migliore per promuovere il dialogo fra i vari attori sociali coinvolti in queste pratiche e riconnettere l’esperienza medica alla dimensione sociale.
L’approccio sociologico del gruppo di ricerca del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (unità capofila) guiderà l’intero processo di ricerca-intervento; al tempo stesso, le conoscenze mediche e organizzative dei nostri partner –l’unità di terapia intensiva neonatale dell’ASST-Niguarda e l’unità di terapia sub-intensiva neonatale dell’ASST-Rhodense – saranno fondamentali per impostare il lavoro e in particolare per l’implementazione di buone pratiche, come l’organizzazione di momenti informativo-educativi, l’offerta di sostegno psicologico, la promozione di gruppi di sostegno per genitori e l’implementazione di collaborazioni con genitori di bambini nati prematuri che hanno maturato un’esperienza e che desiderano condividerla.
Prof.ssa Alessandra Decataldo
Responsabile scientifico
Unità di Milano-Bicocca