Oggi in Italia il 3% di tutti i nati nascono da gravidanze multiple.

La probabilità di una gravidanza gemellare è di 1/80 e tale frequenza si riduce in maniera esponenziale con l’aumentare del numero degli embrioni. La gemellarità ha sicuramente una componente ereditaria: questo spiegherebbe sia la ricorrenza di nascite gemellari in alcune famiglie, sia la differente frequenza di parti gemellari tra le diverse etnie. Sappiamo ad esempio che il tasso di gemellarità è più alto tra le popolazioni africane e più basso tra quelle asiatiche, mentre le popolazioni caucasiche stanno nel mezzo.

Negli ultimi anni, il diffondersi delle tecniche mediche per combattere l’infertilità con la procreazione medicalmente assistita, ha determinato un aumento del numero delle gravidanze gemellari indotte.

Bisogna considerare però che le gravidanze multiple non sono gravidanze semplici. Rispetto a quelle singole sono più spesso associate a complicanze materne come ipertensione, patologie placentari, emorragie, presentazioni anomale dei feti, prematura rottura delle membrane amniotiche e soprattutto parto pretermine. Più del 50% dei gemelli nasce infatti prima della 37a settimana di età gestazionale (rispetto al 7% dei singoli) ed il rischio per i gemelli di nascere con un peso alla nascita inferiore a 1500 grammi è del 10-15% rispetto all’ 1% dei nati singoli. Le gravidanze con più di due gemelli sono ancora più rare e ad oggi si riscontrano per lo più nei casi in cui vengono utilizzate tecniche di fecondazione assistita. Il rischio di prematurità in questo caso è più alto, per via della maggiore sovradistensione uterina: il 75% delle gravidanze trigemine, infatti, esita in un parto prima della 37a settimana di età gestazionale. L’eziologia del parto pretermine nelle gravidanze multiple è però multifattoriale e rimane in gran parte sconosciuta. Diversi meccanismi sono stati proposti oltre alla sovradistensione uterina. È stato ipotizzato infatti il ruolo di infezioni, insufficienza della cervice e soprattutto di un’aumentata secrezione di mediatori ormonali come la corticotropina, dovuta ad una massa placentare più grande, che stimolano la contrattilità uterina. La gemellarità è comunque associata ad un più alto rischio di intervento ostetrico e quindi ad un più alto tasso di parto pretermine iatrogeno. Approssimativamente 1/3 di tutti i parti multipli prima delle 37 settimane di età gestazionale hanno una indicazione medica. Inoltre, una gravidanza gemellare non è solo un fattore di rischio di parto pretermine durante la gravidanza in corso ma comporta anche un aumentato rischio (5,2% contro 0,8%) in una gravidanza singola successiva.

La letteratura riporta come una presa in carico precoce delle gravidanze multiple offra l’opportunità di mettere in atto una prevenzione sistematica e una serie di strategie di gestione volte a prevenire un parto pretermine. Alcune di queste strategie prevedono il monitoraggio delle contrazioni uterine per due ore al giorno e un contatto giornaliero con una ostetrica dedicata per rilevare qualsiasi cambiamento nei segni o sintomi riferito dalle future mamme. Questo approccio si è dimostrato efficace nel prolungare la gravidanza permettendo una diagnosi più precoce di travaglio pretermine permettendo di effettuare una terapia più efficace che si è poi a sua volta tradotta in un minor numero di parti prima delle 37 settimane di età gestazionale e accessi in terapia intensiva neonatale.

Dott. Ottavio Vitelli
Neonatologo
Unità di Niguarda